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Prof. Antonio Russi

L'amore per la città natia e per Pisa prima di tutto.
La vita di Alberto Berti non è certo stata convenzionale e le tante esperienze vissute sembrano leggerglisi in faccia appena lo si incontra. Il suo sguardo è attento e illumina un volto lungo, con due occhi fissi e curiosi. Una espressione vigile che nasconde appena la calma consapevolezza di essere arrivato ad essere, grazie alle litografie, agli studi e realizzazioni per grandi aziende i gioielli, fino al «food design» per interpretare il momento emblematico della ritualità alimentare, aIle collaborazioni con la Guzzini per disegni industriali, un vero artista a tutto tondo.

Laureato in giurisprudenza, già variamente sollecitato alla pittura dalle visite che hanno lasciato un segno incancellabile alle maggiori gallerie italiane ed europee, è stato definitivamente associato all'arte pittorica dagli abbagli color ocra dei lungarni pisani: quella specie di riverbero permanente che il mare lontano e la striscia lucida del fiume spargono nel cielo della città. Questo «imprinting» artistico si legge chiaramente in tutte le sue opere. Il colore è caldo e vivo e sembra espandersi per gioco di riflessi, oltre la tela. II segno appare sicuro e coerente, il linguaggio grafico e compositivo risponde ad un'ottica e ad una disponibilità più istintiva che meramente scolastica, specie quando Ie figure, gli stessi oggetti ed arredi vengono ad assumere il più schietto intimismo ed un poco di rattristante malinconia e sottintesa ironia. La pittura di Berti è talmente personale, estrosa, polemica, irridente, agile, beffarda, persino «sociale», per dirla con una parola oggi di gran moda, da non poter essere confusa con quella di altri artisti. Tutto è calcolato al millesimo nel dipinto del Berti, con una larghezza nell' impianto compositivo che sembra vada a cercare le più impensate difficoltà per risolverle con una facilità francamente disarmante.