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IO E L'ARTE : PENSIERI E RIFLESSIONI. 

L'artista assorbe le tendenze e le caratteristiche del tempo e dello spazio in cui vive nella stessa misura in cui un albero assorbe la linfa del terreno sul quale sul quale le sue radici sono inserite.

Egli,ogni volta che crea,si libera di qualcosa ed offre a tutti il prezzo della sua sofferenza: in questo senso la sua opera è universale.

Creare è faticoso e,ogni volta che lo fa,l'artista si sente spossato ("come un fucile sparato" diceva Cesare Pavese):

quello che conta,in arte,non è l'oggetto che si vuole realizzare,ma come esso viene realizzato.

Nel momento in cui l'artista crea c'è con lui tutto il suo mondo,tutta la sua sensibilità,tutta la sua esperienza,tutta la sua anima,la sua vitalità,la sua intelligenza,la sua cultura : in una parola c'è l'uomo.

L'artista più di un altro è uomo,in quanto inserito in una realtà precisa,opera in un certo spazio ed in un certo tempo,partecipa più di ogni altro ai dolori ed alle ansie degli altri attraverso la sua sensibilità : tutti i suoi stati d'animo,comunque,al momento della creazione,si trovano al livello dell'inconscio in quanto la creazione sostanzialmente è un atto di egoismo supremo.

La realtà di per se e gli oggetti che la compongono non hanno e non  possono avere un valore artistico : tale valore possono raggiungerlo allorchè l'artista filtra gli oggetti e la realtà che lo circonda,attraverso la sua personalità.

In pittura non ha significato riprodurre un oggetto in modo perfetto rispetto al modello : quello che conta è dare un significato all'oggetto medesimo,fargli voler dire qualcosa e ciò,a mio parere,si ottiene più facilmente mediante la trasformazione dell'oggetto medesimo. Mi piace veder il mondo come attraverso una spessa lastra  di vetro leggermente deformante.

Non mi interessano nè la prospettiva,nè la linea dell'orizzonte,nè il disegno accurato o,quanto meno,tutto ciò mi interessa entro i limiti in cui un mio quadro possa sembrare fatto da una persona sensata,onesta e coerente,e non da un ciarlatano.

L'educazione scolastica al disegno unica ed assoluta è pericolosa : si rischia di creare lavori monotoni ed aridi e si rischia,soprattutto,di non dire niente con quel quadro.

Libertà di segno ed ansia di colore : questi sono stati sempre i confini della mia pittura.

Per me,dunque,esiste una sola dimensione : quella suggerita dalla tela : il mondo lo vedo in un unico piano : "in praesentia".

In pittura oggi si può usare qualsiasi oggetto e qualunque materiale.

Non bisogna neanche dire tutto con un segno : mi piace lasciare sottintesi in modo che il quadro sembri voleri dire sempre qualcosa di nuovo e di diverso.

Il colore mi affascina.Apprezzo gli spazi bianchi di contorno alle figure ed agli oggetti in genere.L'atmosfera dei miei quadri ha un qualcosa di surreale e di evocativo : è un'atmosfera in attesa perchè il quadro è qualcosa di vivo e palpitante: tutto l'Universo è in attesa ed in trasformazione : questa legge si applica dalle più grandi alle più piccole cose.

 
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